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Extralberghiero: ragioni del successo e prospettive in Italia

Esperienza, formazione, specializzazione: l’extralberghiero secondo Danilo Beltrante, Vivere di Turismo

Durante la diretta del 28 maggio all’interno del gruppo Facebook Revenue Management, abbiamo incontrato Danilo Beltrante, fondatore di Vivere di Turismo. Insieme a Danilo abbiamo affrontato il tema del turismo extraalberghiero, i fattori che lo contraddistinguono, le ragioni del suo successo e le prospettive in Italia e nel resto d’Europa.

Dal pubblico si sono levate voci differenti e a tratti anche discordi: c’è chi sostiene che l’extra alberghiero sia ormai al tramonto, chi parla di concorrenza sleale nei confronti del settore alberghiero, chi invece intravede nuove opportunità di business nella differenziazione dell’offerta turistica.

Esperienza e accoglienza: cosa cerca l’ospite dell’extra alberghiero

In Italia sono ormai circa 250.000 le strutture extra alberghiere ufficiali, tra bed and breakfast, affittacamere e pensioni. Un numero esorbitante rispetto alle strutture alberghiere, circa 33.000. Se pensiamo alla sola città di Roma, ogni giorno abbiamo 9/10 aperture al giorno.

Per capire le ragioni di questo successo, dovremmo chiederci prima di ogni cosa chi è l’utente tipo che si rivolge all’una e all’altra tipologia di struttura, che cosa vuole, quale tipo di esperienza turistica cerca.

Il successo dell’extralberghiero ha sicuramente moltissime spiegazioni e molte sono state le variabili che hanno giocato a suo favore. Tra tutte spiccano il concetto di esperienza e il rapporto umano che si è venuto ad instaurare sinora tra host e ospite.

L’extra alberghiero ha “insegnato” a tutto il comparto dell’ospitalità l’importanza dell’ospitalità, contraddistinta da un’accoglienza calorosa e personale, probabilmente meno professionale nel significato tecnico del termine, ma sicuramente più efficace nei fatti. Non è inusuale, infatti, l’immagine dell’host che attende il suo ospite per effettuare il check-in, o dell’host che si prodiga in informazioni utili per godere al meglio della vacanza. Ecco un tipico esempio che spiega la differenza tra hotel ed extralberghiero.

L’automatizzazione del check-in

Come discusso insieme a Danilo, pare però che il nuovo trend nell’extra alberghiero sia quello dell’automatizzazione del check in. L’accoglienza si fa ormai al telefono o via Skype!

Il rischio è quello di perdere completamente il contatto con l’utente, eliminando drasticamente la dimensione della relazione interpersonale. Ma siamo certi che l’ospite dell’extra alberghiero voglia questo genere di relazione?

Fino ad oggi, il settore è stato premiato dalla clientela – tra le altre cose – anche per il concetto di accoglienza. Spersonalizzare o addirittura eliminare completamente il momento dell’accoglienza è una sfida e allo stesse tempo anche un rischio.

Quel che è evidente è il bisogno, da parte degli host, di ridurre il tempo necessario per l’accoglienza degli ospiti. Molti investitori, infatti, hanno intravisto opportunità di business interessanti nel settore e hanno capito che è più remunerativo investire su home staging e qualità del prodotto piuttosto che sul personale del check in. Quindi, se all’extralberghiero togliamo l’aspetto caloroso dell’accoglienza fatta da un vero local, cosa contraddistinguerà l’offerta? Questo interrogativo ha suscitato pareri discordi, durante la diretta.

Edoardo Caldari ritiene un errore proseguire in questa direzione, poiché crede che gli aspetti relazionali ed esperienziali possano essere esaltati solo attraverso il contatto umano, personale e fisico. Danilo Beltrante sottolinea come il mercato sia variegato. Ci sono attività dove la presenza delle persone fa la differenza, come agriturismi e B&B, e attività dove è l’ospite a preferire il self check in e indipendenza, come nel caso degli appartamenti e case vacanza. L’obbiettivo in entrambi i casi per il viaggiatore è vivere un’esperienza indimenticabile, e l’operatore è su questo che deve focalizzarsi. Anche il luogo in cui trascorrerà le ore della notte o dei pasti, rientra in questa esperienza e ciò che conta è che sia indimenticabile, appunto.

Una ricerca fatta da istituti indipendenti su un migliaio di ospiti, ha dimostrato che il 78% dei viaggiatori preferisce non vedere nessuno al check-in per diverse ragioni (privacy, disturbo dell’host). 

Il compito dell’host, secondo Beltrante, sta cambiando notevolmente e si complica anno dopo anno. Se prima bastava un letto comodo e il sorriso del proprietario, oggi chi opera nel settore extra alberghiero dovrà puntare molto più sul design della struttura, sull’arredamento, sui servizi e i comfort.

Certo, non in tutte le strutture dell’extra-alberghiero funziona così. Pensiamo all’agriturismo o alle residenze storiche in cui la presenza dell’operatore è fondamentale, perché parte dell’esperienza turistica. In questi casi l’operatore accoglie e guida l’ospite attraverso la conoscenza dei luoghi e della struttura stessa.

Non dimentichiamo, infine, che l’accoglienza ha un costo. Se la presenza dell’operatore porta valore aggiunto, anche in termini economici, allora ha senso che ci sia. In caso contrario, forse bisognerebbe valutare altre forme di accoglienza. L’extra alberghiero, in questo senso, ottimizza le sue risorse.

Aprire un B&B: come ma, soprattutto, perché?

Il settore extra alberghiero è relativamente giovane, e la buona riuscita dell’attività, per chi la svolge o si appresta a farlo, deriva da molti fattori. Su tutti il guadagno desiderato e il tempo libero da dedicare alle proprie passioni. Le difficoltà e insidie da affrontare sono molte, per cui Beltrante suggerisce la sua ricetta per trovare in se le risorse necessarie a superare gli ostacoli e puntare dritti al successo.

Concorrenza sleale? Non sempre. La confusione probabilmente è da ricercarsi a monte, nella decisione di aprire un bed and breakfast. Secondo Danilo Beltrante, più che domandarsi come fare, bisognerebbe prima chiedersi perché aprire un b&b.  È‘ importante avere chiaro il motivo per cui si svolge l’attività, e tradurlo in numeri. Chi raggiunge un obiettivo ambizioso, è perché lo ha saputo visualizzare prima, programmare poi.

Danilo ci ha esposto la sua teoria, secondo cui esisterebbero 4 tipologie di imprenditore dell’extra alberghiero diversi per obiettivi (minuto 36 della diretta):

  1. Chi cerca un reddito integrativo.
  2. Chi vuole fare impresa.
  3. Chi vuole costruire un patrimonio da tramandare.
  4. Chi vuole speculare.

Avere ben chiaro a quale tipologia di imprenditore si appartiene è il primo passo per capire quale struttura scegliere, come ristrutturarla, cosa offrire e come differenziarsi sul mercato. Normative, leggi e regolamenti comunali sono la parte burocratica immediatamente successiva.

Strategie commerciali e canali di vendita nell’extra alberghiero

Un’altra differenza sostanziale, riguarda la gestione del revenue nell’extra alberghiero. In un bed and breakfast, difficilmente troveremo un Revenue Manager.

Una struttura extra alberghiera, infatti, non può sostenere un costo simile e per quanto il gestore possa investire nella formazione, difficilmente raggiungerà competenze e risultati paragonabili a quelli di chi si occupa professionalmente di Revenue Management. Tutto questo però, genera delle perdite economiche.

La formazione è quindi fondamentale, ma dovrebbe essere una formazione che parta dal basso. Bisognerebbe cambiare il regime linguistico e spiegare in termini semplici e comprensibili anche i concetti più complessi, così da renderli accessibili anche alla signora Maria.

Secondo Danilo Beltrante, il giorno in cui anche l’extra alberghiero arriverà a sviluppare questo tipo di competenze, allora si potrà parlare di una competizione alla pari ma, al momento, è chiaro che il settore alberghiero gestisce meglio le proprie strategie commerciali mentre l’extra alberghiero non può fare altro che guardare a canali di vendita come Airbnb e Home Away di Expedia.

Nel frattempo, chi lavora nell’extra alberghiero potrà affidarsi a società di consulenza come Hotelpro360 grazie alle quali anche una piccola struttura ricettiva, potrà avere a disposizione un team di professionisti del Revenue Management.

Specializzarsi e distinguersi per sopravvivere

È giusto limitare il numero di strutture extra alberghiere? Con questa domanda volge al termine la diretta (minuto 1:04:05 del webinar).

In Spagna è ancora possibile investire su questo settore ed è abbastanza semplice ottenere le varie autorizzazioni. In Italia Invece, dopo la prima percezione secondo cui tutto quel che è diverso da un hotel è abusivo, siamo passati alla situazione in cui l’extra alberghiero è visto come il male.

Ad esempio, è diffusa la percezione secondo cui i centri storici si stiano svuotando a causa del proliferare delle strutture extra alberghiere. La verità, secondo Beltrante, è che i residenti si spostano verso altre aree urbane semplicemente perché i centri storici non sono più in grado di accogliere la cittadinanza, e non offrono più servizi adeguati al cittadino.

Per questo motivo ci imbattiamo continuamente in edifici storici ma completamente abbandonati, edifici ricchi di potenziale, soprattutto se l’imprenditore sarà in grado di differenziare l’offerta.

Il mercato è sicuramente saturo ma ideando la giusta combinazione di fattori forse è ancora possibile investire su questo settore.

Danilo Beltrante parlerà della rivoluzione in atto nel settore extra alberghiero nel suo tour di Settembre e Ottobre, che toccherà 16 città in tutta Italia. Puoi prenotare la tua qui.

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Edoardo Caldari

Data Scientist, esperto di Revenue Management, con una grande passione per la creazione di algoritmi di Forecasting per il Revenue Management. Laureato in economia e specializzato in Economia per il turismo alla Cà Foscari di Venezia con 110 con lode. CEO di HotelPro360 un'azienda innovativa per aiutare le piccole aziende turistiche ad ottenere il massimo delle performance.

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